Nell’ultimo rapporto sul mercato petrolifero pubblicato il 14 marzo, l’OPEC ha rivisto al ribasso le stime sulla quantità di greggio necessaria per equilibrare il mercato. Uno dei motivi è la resistenza della produzione russa di fronte alle sanzioni. Nonostante l’aumento delle previsioni sulla domanda cinese, l’OPEC ritiene di non dover produrre di più fino alla seconda metà di quest’anno.
Produzione russa più resistente del previsto
L’OPEC prevedeva che la produzione russa di liquidi sarebbe diminuita di 900.000 barili al giorno a febbraio. Tuttavia, il rapporto pubblicato il 14 marzo ha mostrato un calo minore di 750.000 barili al giorno a causa di volumi superiori alle aspettative nel primo trimestre. La produzione di petrolio non OPEC dovrebbe aumentare più del previsto fino a 67,2 milioni di barili al giorno nel 2023.
Domanda cinese in aumento
Nonostante le incertezze economiche legate alla pandemia di Covid-19 e all’inflazione, la domanda di petrolio cinese dovrebbe crescere di 710.000 barili al giorno nel 2023, rispetto ai 590.000 barili al giorno dello scorso febbraio. Tuttavia, l’OPEC ritiene che la debolezza di alcune economie occidentali limiterà la crescita del consumo globale di petrolio a 101,9 milioni di barili al giorno.
La cautela è ancora necessaria
Il rapporto dell’OPEC indica che le condizioni economiche incerte continuano a giustificare un approccio cauto nella gestione dei volumi di produzione di petrolio. Il Comitato ministeriale di monitoraggio di nove Paesi OPEC e della Russia si riunirà il 3 aprile per discutere lo stato del mercato petrolifero.
I prezzi del petrolio scendono
Il rapporto è stato pubblicato mentre i prezzi del petrolio sono scesi a causa del crollo della Silicon Valley Bank e dei timori di una nuova crisi bancaria. I futures del greggio Brent, che pochi giorni prima avevano superato gli 86 dollari al barile, il 14 marzo erano scambiati a 79,09 dollari al barile. I produttori dell’OPEC sperano in una robusta ripresa economica in Cina per incrementare la domanda di petrolio, ma le sanzioni occidentali contro Mosca hanno finora mantenuto intatti i volumi delle esportazioni di petrolio russo.