Il Ruanda sta valutando l’introduzione di tecnologie sostenibili e accessibili per la produzione di biogas per il consumo domestico.
Rallentamento del biogas
Il Ruanda promuove l’uso del biogas dal 2007, nonostante l’elevato numero di impianti di produzione inattivi. Il biogas è infatti un’energia ecologica e rinnovabile. Proviene da materiale organico biodegradabile come rifiuti di cucina, animali e umani.
Il Ruanda intende ridurre la quota di biomassa dal 79,9% del 2018 al 42% entro il 2024. Tuttavia, il biogas è previsto come una delle fonti di energia pulita ancora rilevanti. Nel 2022, su 9610 impianti di biogas costruiti, 5157 non sono in funzione.
Si tratta del 54% degli impianti di biogas spenti. Nel 2020 erano al 53%. Il motivo è la mancanza di capacità di manutenzione delle strutture.
Questo deficit costringe la popolazione a utilizzare legna da ardere o carbone come combustibile. Ciò è dovuto anche alla mancanza di materiale per il funzionamento di un digestore di biogas.
Diverse organizzazioni non governative, come il World Resources Institute, hanno annunciato che stanno cercando di mobilitare le organizzazioni della società civile. Si tratta di costruire competenze tecniche, impegnarsi nella pianificazione e finanziare l’accesso all’energia.
L’inizio delle soluzioni
Elyse Umugwaneza, direttore esecutivo di Women in Sustainable Energy (WISE), afferma:
“Stiamo lavorando a un progetto di biogas utilizzando i rifiuti morbidi, ma siamo ancora in fase di sperimentazione perché abbiamo dei campioni. Il nostro biogas sarà conveniente perché lo produciamo da rifiuti morbidi provenienti dalle discariche, che sono economici rispetto allo sterco di vacca”.
Il prezzo del biogas sarà quindi di 1060 franchi ruandesi rispetto agli attuali 1400 franchi ruandesi. Questa proposta potrebbe entrare nel mercato nel luglio 2023.
Inoltre, un’azienda israeliana, HomeBiogas, fornirà presto sistemi di biogas agli agricoltori del Ruanda orientale. Tuttavia, nonostante la necessità di energia rinnovabile, 7 persone su 10 non hanno ancora accesso all’elettricità.
Questa situazione energetica ostacola lo sviluppo economico del Ruanda. Tuttavia, se la società civile raccoglie fondi, deve anche promuovere le energie rinnovabili. Secondo le ONG, l’Africa ha bisogno di 11 miliardi di dollari per sviluppare le energie rinnovabili.
Charles Mwangi, responsabile dei programmi e della ricerca dell’Alleanza panafricana per la giustizia climatica, afferma: “Non è un caso che la giustizia climatica non sia un problema:
“C’è la necessità di accedere a un’energia economica e affidabile per le strutture comunitarie, tra cui scuole e centri sanitari/cliniche, che saranno fondamentali per la fornitura dei servizi necessari, incidendo così positivamente sul benessere delle popolazioni poco servite nelle aree rurali e in altri luoghi”.
L’Alleanza panafricana per la giustizia climatica è un consorzio di oltre 1000 organizzazioni di 51 Paesi africani. L’obiettivo è quello di affrontare le sfide climatiche e ambientali che l’umanità e il pianeta devono affrontare.
La domanda di energia in Africa cresce a un tasso annuo di circa il 3%. È il tasso più alto di tutti i continenti. L’offerta di energia continua a rimanere indietro.