Eramet sta iniziando a riciclare le batterie, preparando così il passaggio ai metalli critici della transizione energetica. A sud di Parigi, l’azienda sta testando la separazione dei metalli dalle batterie usate delle auto elettriche. L’obiettivo è quello di riciclarle e riutilizzarle in nuove batterie. La speranza è di eliminare le emissioni di CO2 dei nostri attuali veicoli alimentati a petrolio entro il 2050.
Riciclaggio delle batterie, una miniera urbana per gli europei secondo Eramet
Eramet difende il fatto che il riciclaggio delle batterie usate sarà la “miniera urbana” per gli europei, privati di diverse materie prime di base. Il riciclo di questi metalli è tanto più importante quanto più cresce la domanda di auto elettriche, che utilizzano le batterie per immagazzinare energia. Le esigenze sono talmente enormi per garantire l’elettrificazione del mondo e abbandonare i combustibili fossili, che sarà necessario “riavviare le miniere per estrarre nuovi metalli e sviluppare il riciclaggio, pur continuando a importare in Europa”, sottolinea Colin Mackey, rappresentante in Europa del gigante minerario Rio Tinto.
I metalli critici, come nichel, cobalto, manganese e litio, sono essenziali per la produzione di batterie. Sono utilizzati anche in altri settori, come le energie rinnovabili, gli smartphone, i computer e i dispositivi elettronici. Il riciclo di questi metalli è quindi fondamentale per ridurre la dipendenza dell’Europa dal mondo esterno.
Massa nera, un materiale prezioso
Gli anodi e i catodi delle batterie vengono frantumati in una polvere nerastra, chiamata “massa nera”. Questa miscela scura di nichel, cobalto, manganese e litio combina tutti i metalli necessari per raccogliere e condurre l’elettricità in una batteria. Non resta che separarli con il cosiddetto processo “liquido-liquido”. Alla fine di una lunga serie di filtraggi, setacci e purificazioni, i barattoli di solfato di nichel granulato verde stanno accanto a quelli di solfato di cobalto (rosso rame) e di carbonato di litio (bianco) sul banco del laboratorio.
Il riciclaggio di questi metalli è economicamente interessante perché, a differenza del combustibile bruciato dai motori termici, questi metalli sono riciclabili al 95%. Il riciclaggio contribuisce inoltre a limitare l’impatto ambientale dell’estrazione di questi metalli, che può essere molto distruttiva.
La produzione di batterie elettriche ha un impatto ambientale significativo, soprattutto a causa dei materiali rari utilizzati per la loro fabbricazione. Il riciclaggio delle batterie contribuisce a limitare questi impatti grazie al riutilizzo dei metalli preziosi.
Finora nessuna fabbrica europea ha lavorato la massa nera. Eramet intende affrontare questo problema lanciando un impianto pilota a Trappes nel settembre 2023 per testare i processi idrometallurgici sviluppati dai suoi ingegneri. L’obiettivo finale di Eramet è quello di lavorare 50.000 tonnellate di moduli di batterie all’anno, ovvero circa 25.000 tonnellate di “massa nera”. Questo fornirebbe circa il 10% del mercato europeo delle batterie elettriche per autoveicoli.
Eramet e Orano investono nel riciclaggio delle batterie per autoveicoli
Il numero di produttori di auto elettriche sta aumentando in Francia e nel mondo, con conseguente aumento della produzione di batterie. Eramet e Orano si stanno posizionando sul mercato del riciclaggio delle batterie usate. Orano ha annunciato la prossima apertura di un sito pilota per il riciclaggio delle batterie per autoveicoli a Bessines-sur-Gartempes, nella regione del Limousin. Da parte sua, Eramet prevede di aprire nel 2027 un impianto di riciclaggio delle batterie nel nord della Francia, in collaborazione con Suez, che si occuperà di triturare, sminuzzare le celle delle batterie e separare plastica, rame e alluminio.